Sostenibilità

Un’oasi a scuola

Idee/1Il verde attorno ai plessi scolastici: occasione da sfruttare. A volte basta poco per scoprire che anche l’aiuola più trascurata può “rinascere”. (di Antonio Bossi)

di Redazione

Oggi è di uso comune parlare di educazione ambientale, e anche la scuola pubblica prevede il suo inserimento nei programmi didattici a partire dalla scuola dell?obbligo. L?elemento centrale è che l?educazione ambientale solo in minima parte si insegna in classe, in larga parte ?si fa? nell?ambiente esterno, e l?esperienza diretta e personale è quindi fondamentale in questo approccio educativo didattico.
In quest?ottica le aree verdi intorno ai plessi scolastici vanno riconsiderate come vere e proprie risorse didattiche e non più come semplici spazi ricreativi od ornamentali.

Niente immagini pittoresche
Riorganizzare il giardino della scuola può quindi contribuire, programmando semplici esperienze o interventi più complessi, ad attivare le tappe proprie di un percorso di educazione all?ambiente, e la possibilità di ?toccare con mano? i risultati ottenuti. È sufficiente poco spazio, un?aiuola trascurata nel cortile della scuola, un?area sul retro dell?edificio, un terreno incolto poco lontano. Con un po? d?impegno e di entusiasmo spazi che non erano mai stati considerati, oppure giudicati insignificanti e inutili, si trasformeranno in ambienti ricchi di vita, forme, colori, profumi.
La riprogettazione di un?area, anche piccola, è il primo passo di un percorso educativo che trova nel contatto diretto con la natura il punto essenziale: per molti ragazzi, e non solo per loro, la natura sta infatti diventando qualcosa di completamente avulso dalla quotidianità, qualcosa che ?sta da un?altra parte?, magari nei parchi e nelle riserve, della quale si ha un?immagine prevalentemente pittoresca e distante.
Quasi mai si coglie la bellezza e la ricchezza di un angolo di verde sotto casa. La scuola oggi può davvero assumersi il compito di avvicinare i ragazzi alla natura, e l?esperienza di un piccolo spazio verde creato, controllato e gestito dai ragazzi stessi assume particolare importanza. Si possono ricostruire alcuni microambienti facilmente osservabili in natura: uno stagno, una siepe, un muretto di sassi, o anche semplicemente un piccolo prato con fiori spontanei. Oppure, se si ha a disposizione uno spazio sufficientemente ampio, si può provare a realizzare un giardino dei cinque sensi, nel quale privilegiare il contatto emotivo con il mondo naturale e l?approccio sensoriale.

E i cortili?
Attualmente in Italia ci sono più di 40mila cortili scolastici. In quasi tutti i casi, questi spazi svolgono ruoli marginali come luoghi di scambio fra la scuola e la strada, spesso sono dei ?vuoti? senza identità, nella migliore delle ipotesi fungono unicamente come contenitori per una ?ricreazione? limitatissima nei tempi e poco programmata. Per l?istituzione scolastica il cortile quasi mai è un ?luogo d?apprendimento? e per il quartiere il cortile, semplicemente, non esiste. Tutto ciò rappresenta un enorme spreco di risorse, sul piano urbanistico, ambientale e umano. Un cortile vuoto e mal tenuto comunica inoltre ai bambini una grande contraddizione fra gli ?insegnamenti? impartiti e la pratica, senza dimenticare che in molti casi, soprattutto nelle grandi città, i cortili costituiscono potenziali luoghi di aggregazione per la popolazione locale. Occorrono interventi progettuali e, soprattutto, programmi di gestione che puntino al recupero dei giardini delle scuole e li aprano al quartiere.

Un esempio? Il Panda club
L?Ufficio Educazione del WWF Italia, per esempio, promuove un progetto triennale rivolto alle scuole sui temi dell?ambiente e dello sviluppo sostenibile. Nel corso dell?anno scolastico 2005-2006 sarà proposto, nell?ambito del programma Panda Club rivolto alle classi della scuola dell?obbligo, un percorso di lavoro sul tema della diversità biologica e culturale, accompagnato da materiali didattici appositamente predisposti.
Il tutto grazie ad accordi e collaborazioni fra WWF Italia, Corpo forestale dello Stato, Unione delle Province italiane e Federparchi. Conoscere e interpretare la diversità, non solo biologica, è essenziale per avere chiavi di comprensione su significati, manifestazioni e funzionamento della vita. Il concetto di biodiversità è quindi considerato oggi uno dei nuclei fondanti della biologia, un concetto al quale si ancorano altri concetti base e che costituisce il nucleo portante di una rete di relazioni complesse e sistemiche tra componenti, fenomeni e tempi dell?ambiente.
In quest?ottica la diversità biologica e culturale ha quindi un alto valore formativo, non solo nel pensiero scientifico, ma in tutti i processi di educazione alla complessità.
Al tema della diversità, inoltre, non si legano solo conoscenze e idee della scienza, ma anche idee legate ai rapporti fra le culture, all?economia, all?etica, alla morale, che superano la sfera cognitiva, mescolandosi con quella dei valori e degli atteggiamenti.

Per maggiori informazioni
sul programma Panda Club
per le scuole scrivere a:
Ufficio educazione@wwf.it
oppure richiedere il programma dettagliato a:
WWF Italia – Ufficio Educazione
via Orseolo, 12 – 20144 Milano

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